Circondata dal deserto e dalla savana, la città fortificata di Harar è situata su un altopiano, attraversato da profonde gole. La cittá é conosciuta come la quarta città santa dell'Islam. In essa sono state erette 82 moschee (tre delle quali risalgono al 10 ° secolo) e 102 case di preghiera.
Nei secoli XIII-XVI, la città venne circondata da mura. La maggior parte delle case al suo interno sono edifici ad un piano con tre stanze ed un cortile privato. Un altro tipo di casa, chiamata tipo indiano, include le costuizioni erette dai mercanti indiani alla fine del XIX secolo. Queste case sono edifici rettangolari a due piani con una veranda che dà sul cortile o la strada. Il terzo tipo di abitazione è la combinazione dei due precesemplari predentemente citati.
L'architettura della città è eccezionale e diversa da quella che si può vedere da qualsiasi altra parte, sia in Etiopia che in altre città musulmane. Il suo attuale aspetto esteriore è stato definitivamente formato nel XVI secolo ed è caratterizzato da un labirinto di strade strette, lungo le quali si possono vedere le alte facciate delle case. Negli anni 1520-1568, la città divenne la capitale del Regno di Harar. Nei secoli XVI e XIX, era un centro di commercio e insegnamento del Corano. Nel XVII secolo, insieme alle aree adiacenti, divenne un emirato indipendente. Nel corso degli ultimi dieci anni, fu occupata dall'Egitto e nell'anno 1877 fu incorporato all’Etiopia.
La città è un noto centro di artigianato artistico con l’arte della tessitura, cesteria e rilegatura di libri, nonchè continua a far scuola nel campo dell’inter design con le sue eccezionali case.
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